Considerazioni...

Campionato Finito



Domenica 1 maggio abbiamo rispettato il significato della festa e siamo andati in vacanza. Scherzo naturalmente. Però il campionato di lega pro 2021 – 22 per noi dell' Ancona è finito. Abbiamo perso l' incontro di play – off e salutato il torneo. Un solo rimpianto, nessuna recriminazione. Abbiamo (immodestamente mi ci metto pure io) fatto un grande campionato, in un grande stadio e con un grande pubblico.Io non pensavo che Ancona potesse rispondere subito in maniera così appassionata all' arrivo di una squadra estranea come la nostra. Invece ci hanno accolti come se stessimo lì da sempre. Ed ecco il rimpianto. Non abbiamo fatto benissimo in casa, ma ci sarà tempo...

Anamnesi



Significa “ricordo”. Parola chiave in medicina. Ogni caso clinico in qualunque branca specialistica ha una sua anamnesi. Conoscere la storia medica di un paziente può confermare un sospetto diagnostico o scartarlo ed orientare verso soluzioni inizialmente scartate. Tutto, anche quello che apparentemente non è significativo, può essere importante. E poi è il primo contatto col paziente, l’ inizio di un dialogo, la costruzione di un rapporto di fiducia. Già dalle prime risposte possiamo capire le sue note caratteriali, farci un’ idea di chi abbiamo di fronte e che atteggiamento avere per diventare suo confidente. Sì, confidente, perchè non tutti amano raccontare i malanni della loro vita. Allora anamnesi dalla doppia valenza, clinica e psicologica, momento fondamentale di ogni visita per arrivare a formulare un’ ipotesi diagnostica.

Gonartrosi, chi vuol capire …


Capita tutti i giorni. Pazienti con dolore al ginocchio per la patologia degenerativa articolare più comune, l’artrosi. Ecco, a mio avviso tre sono i cardini per limitarne l’ evoluzione, uno semplice, gli altri due talmente semplici da diventare difficili. Mi spiego. Il primo consiste nella terapia infiltrativa, acido ialuronico, prp, adipociti, in ogni caso un’ iniezione intraarticolare. Qualche minuto e tutto fatto! Semplicissimo, ma è solo uno dei tre cardini e da solo non basta. Gli altri? Controllo del peso corporeo e tonificazione muscolare. Più facile di così! Si fa anche da soli, non provoca dolore o effetti collaterali, non richiede ricoveri o sedute terapeutiche. Che succede? Manca la voglia, la convinzione, si desidera qualcosa che metta a posto tutto, senza impegnarsi. E allora meglio la chirurgia, anche grazie alle promesse di tanti colleghi (sicuramente in buona fede). Ma quale chirurgia se non si regolarizza il peso corporeo e non si rinforza la coscia? Io ci provo a farli riflettere sul fatto che dopo la protesi non c’ è più nulla da fare e forse vale la pena tentare di evitarla o di posticiparla. Ma è tutto così semplicemente difficile!

Trattativa


Sì, proprio il termine giusto. Oggi prendere un appuntamento è diventata una vera e propria trattativa. Ne parlo spesso con la segreteria ed a volte è capitato anche a me. Altri tempi quando il paziente telefonava, gli fissavi un appuntamento e andava bene. Nessuna obiezione, nessun se, nessun ma. Quel giorno a quell’ ora lui veniva. Adesso no. Adesso siamo tutti oberati di impegni e l’ appuntamento devi darlo nei piccoli ritagli di tempo restati a disposizione. Bisogna incastrarlo tra lavoro, figli, nipoti, suoceri, parrucchiere, meccanico, shopping…”venga mercoledì alle 18″. “No, devo tenere i nipoti”. “Allora giovedì alle 15”. “Il giorno va bene, ma l’ ora no. Si potrebbe un po’ più tardi?”. E così via fino allo sfinimento. Allora ho deciso di adattarmi alle esigenze degli utenti e faccio rispondere così “guardi, ce lo dia lei un appuntamento, facciamo prima!”.

Terrorismo …


Perchè spaventare i pazienti? Sta diventando un’ usanza comune. Eppure chi fa un certo mestiere dovrebbe infondere ottimismo, sicurezza, dovrebbe tranquillizzare.Questo un paziente cerca per prima cosa, prima ancora della terapia. Perchè, come successo ad una signora cui ho richiesto un rx bacino, il radiologo (che fra l’ altro dovrebbe solo refertare) la chiama, le comunica l’ estrema gravità della sua artrosi e la invita a sottoporsi subito ad un gran numero di terapie, pena la carrozzella? Non lo so, anche perchè si trattava di artrosi iniziale…Perchè un ortopedico ad un signore che si lamenta di saltuari dolori al ginocchio prospetta subito la protesi, pena la carrozzella? Non lo so, anche perchè si trattava di una lieve condropatia…E così tutti i giorni. Persone spaventate da parole apocalittiche. Resti sulla carrozzella, attento! Sicuramente l’ anatema più in voga. Perchè? Boh, non lo so, o forse sì. Ma non lo voglio dire. Stavolta voglio pensare che sia solo scarsa sensibilità… Ma ci credo poco!

Riabilitazione


La riabilitazione serve a qualcosa? Voi che ne pensate? Io credo di sì, penso che sia molto importante soprattutto dopo un atto chirurgico. Altri non la pensano così. Lo dico dopo aver visto l’ ennesimo caso di un intervento al ginocchio con residuati notevoli problemi. Alla domanda su chi lo avesse seguito in riabilitazione sento rispondere “nessuno, l’ ortopedico mi ha detto di fare da solo a casa”. E questa risposta è sempre più frequente. Allora io penso alla possibile spiegazione. Onnipotenza del chirurgo? Io ti ho operato talmente bene che non serve altro! Scarsa fiducia nei terapisti? Ho paura che facciano danni, non sono all’ altezza! Rispetto per il paziente? Non serve che tu spenda soldi…li hai già dati a me, basta! E allora tutti questi congressi in cui si parla di collaborazione stretta e indispensabile, di paziente al centro del progetto? Tutto fumo. La realtà (salvo poche eccezioni) è proprio questa e purtroppo è proprio il paziente a rimetterci perchè, senza un’ adeguata rieducazione i problemi, prima o poi, verranno fuori. Io credo che ci sia da discutere un po’…Che ne dite?

Visceri


Prendo atto di una nuova tendenza diagnostica che si sta affermando nel campo ortopedico – riabilitativo e ci rifletto. Se hai un dolore alla spalla di sicuro il problema nasce dal fegato. Se ti rompi un menisco dovresti controllare l’ intestino e se hai una caviglia gonfia dopo una frattura, accidenti… valuta la funzionalità renale! Ma allora, mi chiedo, l’ ortopedia, la fisiatria, la riabilitazione dell’ apparato locomotore non esistono. Che errore aver studiato e approfondito certe materie. Basta conoscere certe connessioni e poi imporre le mani e/o sentire il deflusso di certi liquidi e il problema è risolto, tutti guariti. Qualcosa di mistico, di spirituale, quasi miracoloso. Tanti piccoli Gesù Cristo sparsi un po’ dappertutto per il bene degli uomini. Niente trattamenti e soprattutto niente fatica fisica. Però si sa, la fatica mentale (necessario avercela una mente) è molto, molto più fatica….Va bè, io ci rifletto. Rifletteteci anche voi.

Protocolli terapeutici


Per quanto tempo ancora dovremo attenerci a rigidi protocolli? Per quanto tempo ancora verrà azzerata qualsiasi capacità di ragionamento critico su casi clinici routinari, forse giustamente di secondo piano per un Pronto Soccorso, ma comunque casi clinici? E per quanto tempo ancora si dovrà correre il rischio che quel caso clinico semplice, a causa del protocollo, diventi complicato? In questo caso mi riferisco all’ uso smodato dell’ eparina che oggi viene prescritta come profilassi antitrombotica per tutti i tipi di traumi. Dico: ci sarà qualche differenza tra una frattura malleolare in una paziente con insufficienza venosa periferica ed una ragazza quindicenne con una distorsione di caviglia? Evidentemente no, eparina per 20 – 30 giorni a tutte e due! Incredibile ma vero, si agisce solo per evitare interventi legali anche quando è ovvio che i potenziali danni di questo farmaco (come di tutti i farmaci) lo rendono necessario solo in particolari condizioni di rischio. Ma non importa, il protocollo è questo e così non si fa neanche la fatica di ragionare su entità del trauma, età, sesso, attitudini, peso, fattori favorenti, familiarità… si prescrive quel farmaco e si è tutelati. Se poi dopo 20 giorni quella ragazza quindicenne si ferisce e l’ emorragia non si ferma, bè non fa niente, si è creato un caso complesso, ma si è agito da protocollo. Io non ho mai prescritto eparina.

L’ etica sportiva


Overtime Festival, il festival dell’ etica sportiva, il festival di quello che lo sport doveva rappresentare: competizione leale, rispetto per l’ avversario, onestà, gioia per la vittoria e accettazione della sconfitta, passione vera. Lo specchio della nobiltà d’ animo, mens sana in corpore sano. Poi sono arrivati i soldi che tutto cancellano e tutto autorizzano e con loro il doping, la possibilità di migliorarsi al di là dei propri mezzi, delle proprie possibilità, di qualsiasi etica. Lo sport come mezzo per arricchirsi, diventare famosi, avanzare nella scala sociale, non più per la gioia di misurarsi ad armi pari con sé stessi o con l’ avversario, per quel benessere fisico e mentale che solo una competizione pulita è capace di infondere. Sono stato orgoglioso di premiare “Purosangue”, cortometraggio su una disciplina sportiva, la maratona, che continua ad essere teatro di sperimentazione di farmaci e pratiche illecite denunciate dal regista in maniera straordinaria con la storia di un atleta dopato che, arrivato a procurarsi seri danni cardiaci per il costante uso di farmaci stimolanti, invita un giovane maratoneta a non imitarlo, a non fidarsi di personaggi (purtroppo medici) che promettono grandi prestazioni e ad andare avanti solo con le sue capacità. . Un film bellissimo e toccante. Verrà presto trasmesso dalla RAI. Iinvito tutti a guardarlo e … a riflettere.

Domande…su cui riflettere


Domande semplici, banali, anche ovvie nella risposta. Eppure sono quelle che più spesso vengono fatte da tanti ragazzi, neo laureati, studenti, corsisti, allenatori, che si meravigliano, dopo aver tanto studiato, di non sapere affrontare le cose più elementari, quelle che possono capitare tutti i giorni. Esempi? Se c’è una distorsione di caviglia, devo toglierla la scarpa o la lascio? Ovvio che devi toglierla per capire l’ entità del trauma e prestare le prime cure, anche se forse una modica azione compressiva potrebbe esercitarla, ma quella caviglia dobbiamo vederla!. Giusto, compressione e ghiaccio, ma dopo aver tolto la scarpa! Se c’ è un trauma in campo il ghiaccio spray va spruzzato sopra il calzettone? Ovvio che no, se l’ azione del raffreddamento è basilare per una vasocostrizione immediata occorre spruzzare sulla cute, altrimenti raffredderemo solo la calza! Su una contusione va applicato ghiaccio o caldo? Sempre ghiaccio, il calore vasodilata e aumenta il versamento. Dopo uno stiramento muscolare devo far eseguire esercizi di allungamento? La risposta è nella parola stessa, stiramento. Se allungo le fibre aumento il danno. E via dicendo…Purtroppo il maggior peccato dell’ insegnamento in Italia, anche nei corsi di perfezionamento e master, è quello dell’ impostazione troppo teorica per cui si pensa che uno studente bravo a lezione ed all’ esame sia pronto per la sua professione. Cosa smentita seccamente dalle difficoltà della pratica quotidiana, tutta un’ altra cosa! Ma quello che maggiormente preoccupa è il dover assistere all’ appiattimento mentale. Si studia in modo meccanico solo per arrivare a conseguire un voto positivo. Non si ragiona su quello che si studia. Si va avanti per protocolli asettici (ho già scritto qualcosa a proposito qui sul mio blog, non ricordo quando). Sì, perchè se si venisse formati in base alla comprensione, all’ esame critico, alla riflessione, certe domande troverebbero una risposta da un semplice ragionamento, non occorrerebbe chiedere spiegazioni ad altri!

Dubbio amletico


Meglio fare o non fare? Farà bene o non farà bene? Il dubbio amletico che coglie il paziente ogni qualvolta inizia un programma di attività fisica per patologie degenerative dell’ apparato locomotore. Dottore, ho cominciato a fare un po’ di cyclette ed a sollevare per 5 minuti la gamba tesa e non può capire quanto sono peggiorato! Che mi dice? Dottore, ho fatto quegli esercizi a terra e il giorno dopo…che dolore alla schiena! Smetto? Dottore, dopo aver corso avverto un piccolo fastidio al ginocchio, mi piace correre, ma se serve lascio perdere tutto! Tutti sanno che la migliore prevenzione prima e la migliore terapia poi per le patologie degenerative osteo articolari consiste nel mantenimento di un buono stato di forma fisica con particolare riferimento al mantenimento del tono – trofismo muscolare e dell’ articolarità. E allora qual è il dubbio? Ovvio che il paziente non più giovane e non abituato ad alcuna attività motoria possa avere dolori dopo i primi allenamenti, altrettanto ovvio che debba continuare! Fare 10 minuti di cyclette senza resistenza alla pedalata, sollevare la gamba, fare 10 addominali sollevando solo il capo ed appoggiare gli arti inferiori su una sedia non può in alcun modo danneggiare un ginocchio o il rachide! E comunque sempre, tra svolgere un’ attività fisica a lieve rischio per un’ articolazione e non fare nulla io consiglio la prima soluzione. I danni provocati dalla mancanza di esercizio fisico saranno senza dubbio maggiori di quelli causati da uno sport comunque a basso impatto quando il paziente non vuole o non può cambiarlo. Una corsetta in pianura per un’ artrosi d’ anca in una persona che odia l’ acqua e a casa non ha voglia di far nulla è sicuramente da preferire alla completa inattività! Se poi il dolore da esercizio diventa una scusa per la mancanza di voglia, come quelli che ti dicono che non mangiano nulla e sono 20 kg in sovrappeso, allora potrebbe essere utile un colloquio con i familiari. Ma a me già capita sempre più spesso di fare tanta fatica a parlare con certi pazienti…direi che mi basta così!